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Adattarsi senza arrendersi… è possibile!

L’accordo di Parigi adottato nel 2015 è considerato come un accordo storico! Era la prima volta, da più di trent’anni di conferenze sul clima, che la comunità mondiale riusciva ad accordarsi su un obiettivo ambizioso e vincolante : ridurre le emissioni di gas ad effetto serra con il fine di contenere il riscaldamento globale del pianeta a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Tuttavia, le emissioni di gas ad effetto serra (GES) hanno continuato ad aumentare dopo questa COP raggiungendo un nuovo record storico nel 2023. Questa traiettoria di crescita delle emissioni di GES ad oggi è giudicata come insostenibile dagli scienziati, i quali non ritengono più possibile limitare il riscaldamento planetario a 1.5°C (1).

Il risultato oggi è che il cambiamento climatico accelera ad una velocità record, e le conseguenze sono sempre più evidenti: ondate di calore, incendi forestali, siccità, forti piogge, inondazioni, perdita della biodiversità, diminuzione dei rendimenti agricoli, ecc.(2)

È necessario dunque prepararsi e soprattutto adattarsi al cambiamento climatico, perché no, non sarà più possibile fermarlo. Tuttavia, siccome possiamo ancora attenuarlo, non è il momento di tirarsi indietro!

Ad ogni modo, fare ciecamente affidamento solo sul progresso tecnologico o sul consumare “green” non sarà sufficiente. Per avere un impatto reale, bisogna rinforzare la lotta contro le cause del cambiamento climatico e soprattutto non avere paura davanti alla realtà.

Una di queste realtà è che dovremo adattare e diminuire le nostre abitudini di consumazione – ed è possibile! Prendiamo ad esempio i giovani che guidano sempre di meno, che consumano sempre meno carne e che indossano sempre di più vestiti di seconda mano, ecc.

Una seconda realtà è che dovremo anche sbarazzarci dell’energia fossile e nucleare- ed anche questo è possibile! Prendiamo l’esempio dell’Austria che già oggi copre i 2/3 dei suoi bisogni energetici grazie all’energia rinnovabile (3).

Infine l’ultima realtà è che dovremo anche rinunciare all’economia lineare! Prendiamo l’esempio di Esch-sur-Alzette e dei numerosi attori che lavorano da anni su dei progetti che rientrano nella logica dell’economia circolare e di condivisione, sia nel settore pubblico (La città di Esch, il centro delle risorse SIVEC, ecc..) sia nel settore della società civile( Transition Minett, CIGL Esc, il Centro Formida, FerroForum ecc..).

Questa è la prova dunque che è possibile adattarsi senza arrendersi, per e con gli altri, e a tutti i livelli della società!

Eric Weirich

Con il sostegno di Eric Lavillunière


  1. https://reporterre.net/Limiter-le-rechauffement-a-1-5-oC-Trop-tard-affirment-mille-scientifiques
  2. https://theshiftproject.org/wp-content/uploads/2023/05/Rapport_SYR_AR6_v1.pdf
  3. https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Renewable_energy_statistics&action=statexp-seat&lang=fr